lunedì 2 novembre 2009

Quando il bullo lascia il segno ...

Prima parte dell'interessante articolo sul bullismo pubblicato sul portale di benessere4u.

BULLISMO. Rimbalzano nelle cronache di questi giorni notizie di violenza provenienti dalle scuole. Dallo Steiner di Torino, in cui un ragazzo è stato marchiato a fuoco da un suo compagno, da Milano, dove alcuni studenti hanno ferito gravemente una professoressa con una pistola…

Sono giorni di ordinaria follia?

Probabilmente no. Si sono forse accesi i riflettori su un problema che troppo spesso aleggia nelle nostre scuole.

Lo chiamano “bullismo”… ma che cos’è?

Con questo termine ci si riferisce di solito in modo generico agli episodi di violenza che si verificano nel contesto scolastico.
Spesso viene definito come una sorta di “mobbing scolastico”.
In realtà per parlare di bullismo occorre che vengano soddisfatti alcuni criteri, come l’intenzionalità dell’atto, la ripetizione nel tempo di atti di violenza, sia fisica che non, nei confronti di qualcuno che per motivi diversi è più debole.
Le modalità sono varie: percosse, intimidazioni, diffamazioni, minacce…

Quando è bullismo…

Così come non si possono definire ancora bullismo gli scherzi e gli screzi tra compagni, non possono più chiamarsi bullismo gli episodi che assumono una gravità tale da costituire un reato, che entra quindi nei circuiti giudiziari.
Resta comunque un comune denominatore: la violenza. Quand’anche non ci fossero tutte le condizioni per parlare di bullismo nel senso proprio del termine, resta una situazione di disagio dall’una e dall’altra parte: dalla parte della vittima, che sperimenta spesso la paura e l’impotenza, e dalla parte del bullo, che forse con il suo comportamento vuole lanciare un messaggio.

Per vedere il resto dell'articolo, potete cliccare qui.

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