mercoledì 13 gennaio 2010

Pene d’amore: un dolore per il cervello

Prima parte dell'interessante articolo della Dott.ssa Serafini pubblicato sul portale di b4u.


Un recente studio pubblicato su “Proceedings of the National Academy of Sciences” ha dimostrato che quando si soffre per amore si attivano, nel cervello, le stesse aree cerebrali coinvolte nelle sensazioni di dolore fisico. E non solo, alcune persone avrebbero una predisposizione genetica a soffrire di più.

La ricerca

In uno studio che ha coinvolto 122 volontari, la psicologa californiana Naomi Eisenberger, attraverso un gioco basato su una simulazione di rifiuto sociale, ha suscitato, nei soggetti, dei vissuti di esclusione con l’obiettivo di innescare una reazione simile a quella provata quando non ci si sente ricambiati nei sentimenti. Successivamente veniva effettuata una risonanza magnetica. Dall’esame risultava che, nella persona respinta, si attivavano delle aree del cervello, in particolare, la corteccia cingolata anteriore e l’insula anteriore sinistra, entrambe coinvolte nella percezione del dolore fisico.

Anche Donatella Marazziti, psichiatra all’Università di Pisa che si occupa dei meccanismi molecolari cerebrali che hanno un ruolo nei sentimenti, ha sottolineato che sia plausibile il fatto che il dolore fisico e psicologico possano attivare lo stesso circuito neurale e, inoltre, in entrambi i casi, il dispiacere rappresenta un segnale di pericolo. Questo fa si che, sia nelle esperienze di dolore fisico, sia nei vissuti di disagio legati a una delusione d’amore, siano stimolati i recettori per gli oppioidi sensibili alle sostanze come la morfina. Da quanto emerge dallo studio, in alcune persone le aree cerebrali coinvolte nella percezione del dolore erano più ampie e questo acuiva la loro sensibilità al rifiuto sociale.



Il resto dell'articolo si trova su benessere4u.it

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