giovedì 21 gennaio 2010

L'invidia: difficile da riconoscere e da ammettere anche a se stessi

Prima parte dell'articolo pubblicato dalla Dott.ssa Mattozzi sul portale di benessere4u.it



Spesso confusa con la gelosia, l'avidità o con il rancore, l'invidia è una emozione ben precisa, ritenuta ripugnante, inconfessabile e quindi vissuta in solitudine. Nell'immaginario collettivo spesso invidia e gelosia sono considerate come la stessa emozione. Lo psicologo Gerrod Parrot, ricercatore presso l'Università Georgetown a Washington precisa che l'invidia «è la sofferenza per la mancanza di qualcosa che altri hanno (denaro, successo..)», invece la gelosia «è una emozione che si sperimenta all'interno di una relazione intima tra due persone, cioè quando uno teme di perdere una persona cara al confronto con un rivale». Accade però che queste due emozioni si concentrino nella stessa situazione e ciò avviene per esempio quando in una relazione intima si prova gelosia a causa di una terza persona che possiede delle qualità per cui si prova anche invidia!

Chi è l’invidioso?

L'invidioso vede qualcosa di buono e di bello nel prossimo e anziché tentare di seguirne le orme, rimane avvinghiato in un certo fastidio continuo che gli "rode" dentro. Affinché sia riconosciuta come invidia occorre che prevalga l'aggressività distruttiva, dunque non ci si preoccupa più delle proprie capacità, ma del tentativo di danneggiare colui che si invidia. L'invidioso può rivolgere la propria invidia verso oggetti materiali che non si possiedono e che si vorrebbe avere, ma anche verso doti possedute dall'invidiato come per esempio la bellezza, l'intelligenza, il fascino: in certi casi l'invidioso reagisce tentando di disprezzare o di sminuire l'invidiato, perché ai suoi occhi questo è colpevole di evidenziare ciò che l'invidioso non ha, potrebbe sentirsi sminuito dall'esistenza dell'invidiato e danneggiato da questo.



Il resto dell'articolo si può trovare qui.

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